Заточеници

Превод на италиански: Леонардо Пампури 

GLI ESILIATI  
 
A Todor Alexandrov 
 
Illuminata nel tramonto 
rosseggia la distesa del mare; 
stanche del tumultuoso gioco 
ristan l’onde impetuose… 
E la nave leggera avanza 
da tranquilli venti sospinta, 
e lontano tra le nebbie, 
voi, rive della natia terra, svanite. 
 
E forse mai più 
l’ora scoccherà per noi del ritorno. 
Acqua e terra: il mondo 
sarà per noi un sogno senza confini! 
E Vardar, Danubio e Marica, 
Balkàn, Strangia e Pirin 
arderanno in noi: fino alla tomba 
unica stella nella memoria nostra. 
 
Noi, consacrati a rovesciare un giogo di secoli 
ha venduto un abietto traditore 
noi, fedeli al dovere figli 
ha condannato il mortale nemico… 
e potevamo, amata patria, 
potevamo, con ardore estremo, 
affrontare la pugna – invidiabil sorte! – 
attorno al tuo santo altare. 
 
Ma la nave, ahimè, non s’arresta; 
sempre più s’allontana, 
e via ci porta… La notte 
stende la sua ala, e già 
s’indovinan, delineati appena 
sullo sfondo del cielo azzurro cupo, 
i giganti pensosi 
dell’Athos famoso. 
 
E tra le lacrime sul volto grumate, 
per l’ultima volta 
ai sacri confini vogliam 
lo sguardo spento; per l’ultima volta 
tendiam le mani incatenate 
verso la patria nostra perduta… 
Un dolore amaro ci avvelena i cuori. 
Addio, terra nostra natale!